Storia della Premier League: stagione 1993/94 – II parte

Premier Leaguea cura di Mariano Vitale

Mentre si celebrano i 102 punti complessivi conquistati da Alex Ferguson nell’anno solare 1993, la situazione nei bassifondi della classifica porta alla sostituzione di molti manager: il Chelsea sostituisce Glenn Hoddle con John Gorman, il Coventry Bobby Gould con Phil Neal ex-assistente di Graham Taylor alla guida della nazionale inglese, l’Everton Haward Kendall con l’ex manager del Norwich Mike Walker, a sua volta sostituito ai canaries da John Deehan. Dopo tante polemiche e forse in ritardo il Liverpool esonera Graeme Souness per affidarsi a Roy Evans.

Il disastroso inizio di stagione costringe i Saints a cambiare Ian Branfoot con l’ex bandiera del calcio inglese Alan Ball e infine al Tottenham si dà vita ad una vera e propria rivoluzione: il “chairman” Sir Alan Sugar esonera Terry Venables con i suoi assistenti Doug Livermore e Ray Clemence per assumere l’ex manager del West Bromwich Albion Osvaldo Ardiles. Una vera e propria rivoluzione tecnica che vede il Natale calcistico inglese davvero in agitazione. Matt Busby

Il 20 Gennaio 1994 tutto il calcio inglese, Manchester United in particolare, piange la scomparsa di uno dei personaggi più importanti della sua storia: di cancro nella sua Bellshill se ne va Alexander Matthew Busby detto Matt. Protagonista assoluto della nascita e della crescita del grande Manchester che porta al titolo per la prima volta nel 1952. E’ in quegli anni che costruisce i Busby Babes, tra cui Bobby Charlton[1] e Duncan Edwards, con i quali ha il già citato incidente aereo di Monaco di Baviera del 1958. Busby rimane ferito molto gravemente, addirittura gli viene data per ben due volte l’estrema unzione, ma sopravvive incredibilmente. Rende grande anche lo United degli anni sessanta, quello di Charlton, Best e Law. Un grande uomo di vita e di sport entrato di diritto nella Hall of Fame del calcio inglese.

Sembra un campionato già scritto con i red devils assoluti dominatori. Ma il calcio inglese da sempre ci riserva sorprese e colpi di scena e quello che succede nei primi mesi del ’94 ha qualcosa di straordinario. Il Manchester perde molti punti a causa soprattutto di un nervosismo inspiegabile, che colpisce uno dei suoi giocatori più importanti, Eric Cantona.[2] Espulsioni e conseguenti giornate di squalifica comportano l’avvicinamento di un Blackburn che con il suo meraviglioso attaccante Alan Shearer riaccende la Premier.

Alan Shearer

Significative per i ragazzi di Alex Ferguson sono le battute d’arresto ad Anfield contro un Liverpool capace sotto di 3 reti (Pallister, Giggs e Irwin) di recuperare e pareggiare grazie ad uno strepitoso Nigel Clough (2 reti) e Neil Ruddock e all’Old Trafford contro il Chelsea che come all’andata ferma lo United per 1 a 0 grazie ad una rete sempre di Gavin Peacock.

I rovers invece si esaltano. Kenny Dalglish riceve a febbraio il premio come manager del mese. Arrivano vittorie importanti a Birmingham con l’Aston Villa, al White Hart Lane di Londra con il Tottenham, ma soprattutto in casa il Blackburn coltiva le sue fortune grazie anche ad un attacco fantastico formato da Shearer, Newell e Gallacher.

Questa la classifica della Premier dopo 33 giornate:

  1. MANCHESTER UTD 73
  2. BLACKBURN 70
  3. ARSENAL 61
  4. NEWCASTLE 60
  5. LEEDS UTD 55
  6. LIVERPOOL 53
  7. QPR 50
  8. ASTON VILLA 49
  9. NORWICH 47
  10. SHEFFIELD W. 45
  11. WIMBLEDON 45….

E’ una premier quella ‘93/’94 che mette in risalto soprattutto la vena balistica e realizzativa dei suoi bomber. Eric Cantona nel Manchester United, Ian Wright nell’Arsenal, Andy Cole nel Newcastle, Matthew Le Tissier nel Southampton, Alan Shearer nel Blackburn, Chris Sutton nel Norwich. Tutti attaccanti che abbinano ad un grande opportunismo sotto porta anche una qualità tecnica notevole garantendo gol di altissima fattura.

Ian Wright

La Premier si accende ed entra nel vivo ad inizio aprile. Il 2 aprile 1994 Ewood Park di Blackburn ospita la partita dell’anno, tra i rovers e il Manchester United. Il titolo di giornale che diventa presto uno slogan prima della gara recita così: SHEARER ECSTASY (per il Blackburn) – SHEARER AGONY (per il Manchester United)…

Questi gli schieramenti in campo: BlackburnFlowers, May, Sherwood, Hendry, Le Saux, Ripley, Shearer, Newell, Wilcox, Berg, Batty; Manchester UnitedSchmeichel, Parker, Irwin, Pallister, Sharpe, Bruce, Ince, Hughes, Giggs, Kanchelskis, Keane.

Coriandoli bianchi riempiono il terreno gioco, sugli spalti i 21.000 spettatori danno vita ad una festa indimenticabile. I rovers fanno subito la gara giocando con velocità e personalità. Il primo tempo rimane comunque equilibrato. Al 46esimo però Ewood Park esplode, quando dopo un’azione manovrata tutta di prima, Alan Shearer con un preciso colpo di testa batte Schmeichel portando in vantaggio la propria squadra. Lo United reagisce prima con una gran botta al volo di Kanchelskis con Flowers che compie un autentico miracolo, poi con Ince che sbaglia praticamente un calcio di rigore in movimento con la palla che si stampa sul palo. Al 76esimo con i red devils tutti protesi in avanti arriva il raddoppio: lancio verso il solito Alan Shearer che brucia in velocità Gary Pallister e batte l’estremo difensore avversario con un gran tiro di sinistro. E’ l’apoteosi per i rovers con Kenny Dalglish in panchina letteralmente in estasi. Finisce 2 a 0, una vittoria storica per il Blackburn. Il tabellone luminoso rivolto ad Alan Shearer scrive: “SIMPLY THE BEST”… Uno stadio tutto per lui….

Andrei Kanchelskis

Rovers e red devils danno vita quindi a un testa a testa davvero emozionante… il 23/24 aprile c’è però uno snodo decisivo ai fini della vittoria del titolo: il Manchester annichilisce i cugini del City con un sonoro 2-0 firmato Eric Cantona (doppietta per lui). Il Blackburn perde a Southampton in un match molto contestato soprattutto da un furibondo Dalglish dopo un rigore molto dubbio dato ai saints e segnato da Le Tissier. Il weekend successivo lo United si conferma vincendo a Leeds, mentre i rovers vengono bloccati e letteralmente beffati in casa dal Queens Park Rangers che pareggia solo all’83esimo con Karl Ready il gol del solito Shearer.

La strada per il Manchester a questo punto è davvero spianata e la classifica a meno di un mese dalla fine della stagione dice:

  1. MANCHESTER UNITED punti 85 giocate 39
  2. BLACKBURN punti 83 giocate 40.

Alla penultima giornata, il 2 maggio ’94 i rovers si arrendono definitivamente consegnando il titolo ai rivali diretti. Un doppio Julian Darby del Coventry affossa la squadra di Dalglish, comunque protagonista di una grande stagione e mai domo di fronte ad un Manchester United comunque fortissimo. Le dichiarazioni di Alex Ferguson sono emblematiche: “Dalglish ha plasmato una squadra fatta di giovani molto interessanti che sicuramente si renderanno protagonisti nel prossimo futuro”. Si rivelerà un grande e attento profeta.

Julian Darby

Intanto però il manager scozzese si gode il suo secondo titolo vinto festeggiando in casa con il Southampton battuto per 2 a 0. Il capitano Steve Bruce alza al cielo per la seconda stagione consecutiva il trofeo della Premier, mettendo un punto esclamativo su una stagione fantastica iniziata con la conquista della Charity Shield, seguita dalla Premier e dalla Fa Cup battendo in finale per 4 a 0 il Chelsea[3]. “Double” meraviglioso che fa entrare di diritto lo United nella storia calcistica inglese del 20esimo secolo. Infatti precedentemente solo al Tottenham (1961), all’Arsenal (1971) e al Liverpool (1986) era capitato di vincere contemporaneamente entrambi i trofei stagionali.

Elettrizzante anche ciò che accade in coda alla classifica. Da tempo si è salutati uno Swindon Town certamente non all’altezza: 100 gol subiti, solo 5 vittorie in stagione e il suo manager, John Gorman, che a fine campionato affermerà: “Con questi presupposti passerà molto tempo prima che i robins tornino in Premier”, per quanto riguarda le altre contendenti alla salvezza questa è la situazione a una giornata dalla fine:

  • TOTTENHAM 42
  • SOUTHAMPTON 42
  • SHEFFIELD UTD 42
  • IPSWICH TOWN 42
  • EVERTON 41
  • OLDHAM ATHL. 39
  • SWINDON TOWN 30.

Gli spurs con un partita in meno, vincono in casa dell’Oldham per 2 a 0 grazie ai gol di Samways e Howells, salvandosi con una giornata d’anticipo e allo stesso tempo condannando alla retrocessione i latics. Due pareggi bastano sia a Southampton che Ipswich per rimanere in Premier. Interessante ciò che accade il 7 maggio 1994 al Goodison Park dove l’Everton affronta il Wimbledon e allo Stamford Bridge dove il Chelsea affronta lo Sheffield United.

Swindon Town

A Londra queste sono le formazioni: ChelseaKharin, Johnsen, Sinclair, Spencer, Peacock, Wise, Clarke, Newton, Stein, Burley, Kjeldbjerg; Sheffield UnitedTracey, Gannon, Gayle, Rogers, Hodges, Ward, Flo, Bradshaw, Whitehouse, Blake, Nilsen.

Lo Sheffield entra in campo con molta determinazione di fronte ad un Chelsea che non deve chiedere nulla al campionato. Passa in vantaggio al 29esimo con Jostein Flo; Kjeldberg al 58esimo pareggia, ma dopo soli due minuti i blades si riportano avanti grazie alla segnatura di Glyn Hodges. Ma la beffa clamorosa arriva prima con il pareggio di Mark Stein al 76esimo e poi con il 3 a 2 dei blues sempre con Stein addirittura al 90esimo. Passando vicino agli spogliatoi bianco-rossi, si sentono solo pianti disperati…

Lo Sheffield United quindi accompagna l’Oldham e lo Swindon in First Division anche a causa della vittoria contemporanea dell’Everton contro il Wimbledon sempre per 3 a 2 (anche questa venuta agli ultimi minuti di gara grazie al gol vincente di Graham Stuart), sviluppando l’ira dei propri tifosi infuriati contro una società criticata aspramente per la cessione ad inizio stagione di Brian Deane, assenza troppo determinante ai fini realizzativi della squadra.

Questa la classifica finale della Premier League 93/94:

  1. MANCHESTER UTD 92
  2. BLACKBURN 84
  3. NEWCASTLE 77
  4. ARSENAL 71
  5. LEEDS UTD 70
  6. WIMBLEDON 65
  7. SHEFFIELD WED. 64
  8. LIVERPOOL 60
  9. QPR 60
  10. ASTON VILLA 57
  11. COVENTRY 56
  12. NORWICH 53
  13. WEST HAM 52
  14. CHELSEA 51
  15. TOTTENHAM 45
  16. MANCHESTER CITY 45
  17. EVERTON 44
  18. SOUTHAMPTON 43
  19. IPSWICH TOWN 43
  20. SHEFFIELD UTD 42
  21. OLDHAM ATHL. 40
  22. SWINDON TOWN 30

Questa la classifica marcatori:

  1. Andy Cole 34 (Newcastle)
  2. Alan Shearer 31 (Blackburn)
  3. Matthew Le Tissier 25 (Southampton)
  4. Chris Sutton (Norwich), Ian Wright 23 (Arsenal)
  5. Peter Beardsley 21 (Newcastle)


[1] Bobby Charlton rappresenta una delle figure calcistiche più importanti della storia del Manchester United e del calcio inglese tutto. In merito proprio all’incidente di Monaco è davvero incredibile la sua vicenda: quando l’altoparlante richiama tutti i passeggeri per il terzo tentativo di decollo si nota ovviamente un certo nervosismo nel gate. Tommy Taylor e David Pegg, compagni di squadra di Charlton, chiedono a lui e a Danny Viollet di invertire i posti sostenendo di essere più tranquilli nella parte posteriore dell’aereo. Purtroppo la dinamica dell’incidente vuole che proprio quella zona del velivolo prenda fuoco, permettendo a Charlton di salvarsi. Rimarrà sotto shock per molto tempo a causa proprio di quella coincidenza clamorosamente fortunosa per lui, negativa per i suoi compagni.

[2] A metà stagione il talento francese viene colto da un periodo di appannamento più mentale che fisico. Cantona rimedia molte espulsioni, tra cui quella in Coppa Campioni contro il Galatasaray, in Premier contro Arsenal e Swindon Town e in Fa Cup contro l’Oldham. Una breve parentesi negativa che non pregiudicherà comunque la sua esaltante stagione. E’ per l’attaccante un anno importante in quanto per la prima volta (poi la terrà fino al termine della sua carriera) indossa la maglia numero 7, gloriosa per i colori dei red devils in quanto vestita da giocatori come Law, Best e Bryan Robson.

[3] Finale di Fa Cup edizione 1993/94 condita da molte polemiche: il match si sblocca soltanto al 60esimo con un calcio di rigore (nettissimo) siglato da Eric Cantona. Solo dopo sei minuti ancora un penalty trasformato dal francese ipoteca la vittoria finale dei red devils. Hughes e McClair completeranno la quaterna, ma le decisioni del direttore di gara David Elleray, peraltro il più quotato nella Premier, susciteranno l’ira di Glenn Hoddle, player manager dei blues. Soprattutto in occasione del secondo penalty su presunto fallo di Sinclair su Kanchelskis, Hoddle sarà a stento trattenuto nel border line, pronto ad entrare in campo. Le sue dichiarazioni a fine gara saranno ulteriormente pesanti gridando allo scandalo assoluto.