La stagione 98/99 si preannuncia scoppiettante. L’Arsenal intento a mantenere la leadership conquistata meritatamente sul campo l’anno precedente; il Manchester United agguerrito più che mai nel riprendersi lo scettro della Premier; Chelsea, Liverpool, Tottenham, Newcastle e Leeds United impegnate ad inserirsi nella lotta al vertice. Salgono dalla First Division Nottingham Forest, Middlesbrough e Charlton Athletic.
[banner network=”adsense” size=”468X60″ type=”default” align=”aligncenter”]I forest vincono il campionato potendo contare su un attacco formidabile per il livello della First Division: Pierre Van Hojidoonk e Kevin Campbell trascinano la squadra di Dave Bassett segnando rispettivamente 29 e 23 reti. I boro si affidano alla esperienza di Paul Gascoigne, Paul Merson e l’italiano Marco Branca, dopo le cessioni dei suoi uomini migliori, Juninho e Ravanelli. Il manager Lennie Lawrence può ritenersi molto soddisfatto dopo una stagione formidabile nella quale raggiunge anche la finale di Coca Cola League Cup, perdendola con il Chelsea per 2 a 0. Il Charlton raggiunge la massima serie vincendo la finale dei play-off contro il Sunderland. Sarà ricordata come una delle partite più belle giocate a Wembley: nei tempi regolamentari infatti il punteggio sarà di 4 a 4. I penalty saranno decisivi con gli addicks vittoriosi per 7 a 6.
La stagione parte con un rinnovamento storico in una delle panchine più importanti della Premier League, quella del Liverpool: arriva il francese Gerard Houllier che affiancherà Roy Evans almeno per l’inizio della stagione. In 106 anni di storia è la prima volta che il club di Anfield ha due manager alla propria guida. Alex Ferguson è intenzionato a riprendersi il titolo e per questo acquista dall’Aston Villa per la cifra record di 12,6 milioni di sterline Dwight Yorke. 73 reti in 232 partite, l’attaccante di Trinidad & Tobago va a formare con Cole, Sheringham e Solskjaer un attacco formidabile. La trattativa di mercato per i red devils non è delle migliori. John Gregory, manager dell’Aston Villa, afferma di voler vendere Yorke al Manchester solo attraverso uno scambio con Andy Cole. Ottenuto ovviamente il rifiuto da Ferguson, costringe l’attaccante caraibico a rimanere al Villa Park. Nella gara d’esordio della stagione tra Aston Villa ed Everton, Yorke gioca svogliato con la decisione già presa di andare via; per questo viene anche fischiato dai suoi sostenitori. Gregory a quel punto accetta l’offerta del Manchester sbloccando la trattativa. Ferguson rafforza anche la difesa, dopo la cessione della bandiera Gary Pallister al Middlesbrough, acquistando dal PSV il forte centrale Jaap Stam. Anche l’altra pedina storica dei red devils lascia l’Old Trafford, Bryan McClair accasatosi al Motherwell, sostituito con l’esterno svedese Jesper Blomqvist.
L’Aston Villa cerca di sostituire Yorke, acquistando dal Middlesbrough Paul Merson per 6,75 milioni di sterline. Il Newcastle preleva dal Bayern Monaco il centrocampista Dietmar Hamann per 5,25 milioni di sterline e dal Boca Junior il centrocampista peruviano Norberto Solano per 2,48 milioni di sterline, ma soprattutto cambia in panchina: Kenny Dalglish viene licenziato dopo appena 19 mesi, sostituito da Ruud Gullit che ritorna quindi a guidare un club in Premier dopo il Chelsea. Anche l’Arsenal si rafforza acquistando dall’Halmstad l’ala Freddy Ljungberg per 3 milioni di sterline. Lascia Highbury Ian Wright destinazione West Ham United.
Il 9 agosto si gioca la Charity Shield come sempre allo stadio di Wembley. Arsenal e Manchester United scendono in campo davanti a 67.000 spettatori. E’ un dominio gunners: Overmars al 34esimo, Christopher Wreh al 57esimo e Anelka al 72esimo firmano il 3 a 0 definitivo che non lascia scampo ai red devils scesi in campo troppo molli. Wenger impreziosisce quindi il double di maggio con un altro trofeo facendo ri-entrare di diritto l’Arsenal nell’élite del calcio inglese.
Queste le squadre partecipanti alla Premier League 1998/99:
Arsenal, Aston Villa, Blackburn Rovers, Charlton Athletic, Chelsea, Coventry City, Derby County, Everton, Leeds United, Leicester City, Liverpool, Manchester United, Middlesbrough, Newcastle United, Nottingham Forest, Sheffield Wednesday, Southampton, Tottenham, West Ham United, Wimbledon.
Il 15 agosto inizia il campionato. Subito sorprese al debutto: la neopromossa Charlton blocca sullo 0 a 0 il Newcastle al St James Park, il Wimbledon batte il Tottenham per 3 a 1 con una splendida doppietta di Efan Ekoku e ad Highfield Road il Coventry sconfigge un brutto Chelsea per 2 a 1 grazie alle reti della sua splendida coppia d’attacco, Huckerby-Dublin. Arsenal e Liverpool invece non deludono battendo rispettivamente il Nottingham Forest (2 a 1 con gol per i gunners di Petit e Overmars, Thomas per gli ospiti) e il Southampton (1 a 2, Owen e Riedle per i reds, Ostenstad per i saints). Il Manchester United fa il suo debutto in Premier all’Old Trafford contro il Leicester City. Queste le formazioni: Manchester United – Schmeichel, G.Neville, Irwin, Johnsen, Stam, Keane, Butt, Beckham, Giggs, Scholes, Cole; Leicester City – Keller, Savage, Guppy, Elliot, Walsh, Sinclair, Izzet, Lennon, Zagorakis, Cottee, Heskey.
La partita vede ovviamente favorito lo United, ma nel calcio, si sa, nulla è scontato. Al settimo grande azione di Muzzy Izzet sulla sinistra che con grande abilità salva una palla destinata sul fondo, cross basso centrale che Emile Heskey con precaria coordinazione mette in rete portando in vantaggio i suoi. I red devils si portano in avanti cercando immediatamente il pareggio, ma andandoci solo vicino prima con Cole, poi con Scholes e Giggs. Finisce il primo tempo con i foxes inaspettatamente sopra per 1 a 0. Nel secondo tempo la musica non cambia con i padroni di casa alla ricerca in verità con un po’ di affanno del gol. Al 76esimo però su un cross perfetto dalla destra di Savage, l’intramontabile Tony Cottee in spaccata gela l’Old Trafford siglando il raddoppio. Un minuto dopo entra Sheringham per Gary Neville e la musica cambia. Appena in campo l’attaccante inglese devia un tiro sporco di Beckham ed infila Arphexad, nel frattempo entrato al posto dell’infortunato Keller. La squadra di Martin O’Neill sembra poter portare a casa un risultato storico, quando al 90esimo David Beckham con una delle sue meravigliose parabole su punizione batte il portiere avversario pareggiando una partita che sembrava stregata. 2 a 2 finale e grandi emozioni all’Old Trafford.
Questo il riepilogo dei risultati della prima giornata di Premier:
Blackburn – Derby County 0-0, Coventry City – Chelsea 2-1, Everton – Aston Villa 0-0, Manchester United – Leicester City 2-2, Middlesbrough – Leeds United 0-0, Newcastle – Charlton Athletic 0-0, Sheffield Wednesday – West Ham United 0-1 , Wimbledon – Tottenham 3-1, Southampton – Liverpool 1-2, Arsenal – Nottingham Forest 2-1.
Protagonista assoluto del mese di Agosto è senza dubbio il Charlton Athletic. Il pareggio al St. James Park viene ancor più esaltato dalla splendida vittoria casalinga contro il Southampton per 5 a 0. Ai gol iniziali di Robinson e il capitano Redfearn si aggiunge la tripletta strepitosa di Clive Mendonca. Il pareggio per 0 a 0 conquistato alla terza giornata in casa dei campioni dell’Arsenal decreta la vittoria da parte di Alan Curbishley del titolo di Manager of the Month (Manager del mese). Momenti non proprio esaltanti, invece, vivono Newcastle e Tottenham. I magpies cadono bruscamente in casa il 30 agosto contro il Liverpool per 4 a 1, decretando come già sottolineato prima, le dimissioni di Kenny Dalglish, con Gullit in sostituzione. Si esalta al St James Park Michael Owen autore addirittura di una tripletta . Anche gli spurs cambiano: la sconfitta interna per 3 a 0 contro lo Sheffield Wednesday porta il chairman Alan Sugar a licenziare il manager Christian Gross, sostituito in un primo tempo dal suo assistente Chris Hughton, poi dal 24 settembre da George Graham. Nella partita in questione, nello Sheffield si metterà in mostra Paolo Di Canio autore del secondo gol e che da lì a poco farà parlare molto di sé.
Dopo un inizio balbettante il Manchester United risale la classifica grazie alle vittorie casalinghe con il Charlton per 4 a 1 con doppiette di Yorke e Solskjaer e con il Coventry per 2 a 0 con gol ancora di Yorke e raddoppio di Johnsen. Il 20 settembre ad Highbury si scontrano Arsenal e Manchester United. E’ soprattutto la sfida tra due grandi manager: Wenger e Ferguson autentici protagonisti degli ultimi tempi. Davanti a 38.000 spettatori e agli ordini del direttore di gara Graham Barber scendono in campo: Arsenal – Seaman, Dixon, Winterburn, Adams, Keown, Vieira, Parlour, Hughes, Overmars, Bergkamp, Anelka; Manchester United – Schmeichel, G.Neville, Irwin, Stam, Berg, Butt, Keane, Beckham, Giggs, Blomqvist, Yorke.
L’inizio vede il Manchester gestire il possesso palla, con i gunners pronti ad aggredire e ripartire. La prima occasione ce l’hanno i padroni di casa con Overmars che va via sulla sinistra e da buona posizione spreca facendosi bloccare da Schmeichel il cross basso. Al 13esimo l’equilibrio si rompe: Dixon conquista un calcio di punizione dalla destra. Stephen Hughes batte mettendo una perfetta palla in mezzo che Tony Adams raccoglie anticipando uno Schmeichel andato a vuoto e di testa infila in rete. 1 a 0 con Highbury che esplode di gioia. Circa dieci minuti dopo i red devils hanno la possibilità di raggiungere il pareggio con Beckham che da una ventina metri lascia partire il solito destro preciso che si infrange sul palo. Sono i gunners però a sfiorare il raddoppio: prima con un gran tiro di Parlour dal limite dell’area di poco fuori, poi con Anelka che si fa largo all’interno dei sedici metri ma il suo sinistro viene bloccato da una prodezza del portiere danese. Al 44esimo arriva il gol: perfetta palla di Overmars a scavalcare una linea difensiva dello United forse troppo alta, Anelka si invola verso Schmeichel che ribatte il primo tiro dell’attaccante francese, ma non può nulla sulla ribattuta e 2 a 0 con il quale si chiude il primo tempo. Nel secondo tempo l’Arsenal tiene in mano la gara cercando di segnare il gol che la potrebbe chiudere. Al 51esimo il match prende una definitiva piega a favore degli uomini di Wenger: Vieira lanciato a rete da Anelka, viene steso al limite dell’area da Nicky Butt che viene espulso. In inferiorità numerica i red devils hanno poche speranze per ri-equilibrare la partita. Anelka ha ancora il tempo per sprecare una ghiotta occasione a tu per tu con Schmeichel prima di lasciare il posto al nuovo acquisto Fredrik Ljungberg. Lo svedese diventa protagonista all’84esimo quando su un assist al bacio di Hughes, elude la linea di difesa avversaria e con un delizioso pallonetto fissa il punteggio sul 3 a 0 finale. Vittoria schiacciante e convincente della squadra di Wenger, che compensa in parte un avvio proprio non molto positivo.
In classifica volano Aston Villa, Derby County e Wimbledon. Grandissimo inizio di stagione per John Gregory al Villa Park: digerita la cessione di Yorke, i villans accumulano una serie di risultati importanti che li porta a fine settembre addirittura in vetta alla Premier. Una squadra molto affidabile che può contare sulla fantasia di Merson e sul rendimento assicurato di gente come Hendrie, Thompson, Southgate e Joachim. Tra i villans si segnala anche l’esordio di un giovanissimo quanto talentuoso centrocampista: Gareth Barry. Stessa cosa vale per il Derby County di Jim Smith trascinato dai gol del duo d’attacco Wanchope-Sturridge. Anche Jon Kinnear, manager del Wimbledon, è protagonista di uno splendido inizio di stagione sfruttando al meglio il suo attacco formato da Euell, Gayle ed Ekoku.
Alla settima giornata la classifica si presenta così:
ASTON VILLA 17, DERBY COUNTY 12, WIMBLEDON 12, WEST HAM UNITED 12, NEWCASTLE 11, MANCHESTER UTD 11, LEEDS UTD 11, LIVERPOOL 11, CHELSEA 11, ARSENAL 10, SHEFFIELD W. 9, MIDDLESBROUGH 9, TOTTENHAM H. 8, CHARLTON 7, EVERTON 7, NOTTINGHAM F. 7, LEICESTER CITY 6, BLACKBURN 5, COVENTRY 5, SOUTHAMPTON 1.
Disastroso il Southampton. A The Dell sono tempi duri: i saints manifestano una enorme fragilità difensiva e soprattutto passano gli anni per Matthew Le Tissier non più brillante come le stagioni passate. Terribili i primi mesi di season durante i quali i ragazzi di Dave Jones inanellano solo 3 vittorie in 20 gare, subendo la bellezza di 38 reti.
Il 26 settembre 1998 la Premier è concentrata soprattutto su quello che accade all’Hillsborough dove si affrontano Sheffield Wednesday e Arsenal. Il punteggio è sullo 0 a 0 quando un battibecco tra Paolo di Canio e Patrick Vieira si trasforma in una sceneggiata raccapricciante: l’attaccante italiano viene espulso dall’arbitro Paul Alcock reagendo con uno spintone che fa cadere a terra il direttore di gara. Ovviamente la squalifica sarà pesante, ma sono i giornali che si scagliano contro il calciatore romano: “SHAME” (“Vergogna”)… “DI CANIO FACES LONG BAN FOR REF ATTACK” (“Di Canio affronterà una lunga squalifica per il bruto attacco”)… “DI CANIO SPARKS DAY OF SHAME” (“Scintille per Di Canio nel giorno della vergogna”).
L’autunno calcistico inglese continua ad essere turbato da altri eventi che distogliono molto da ciò che succede in campo. Durante una seduta d’allenamento del West Ham United, l’attaccante gallese John Hartson e il centrocampista israeliano Eyal Berkovich entrano in contatto dopo uno scontro di gioco. Hartson rifilerà un calcio all’altezza della testa del compagno di squadra fortunatamente andato a vuoto. Berkovich affermerà: “Se mi avesse preso la testa sarebbe finita sotto il set”… Hartson verrà multato di 20.000 sterline e squalificato per tre gare. Poi i due si chiariranno. Problemi anche al Riverside Stadium dove i boro fanno i conti con un Paul Gascoigne non proprio in perfetta forma mentale e fisica. Alcool e disturbi psichici condizionano terribilmente le prestazioni del talentuoso centrocampista inglese, condannato a 28 giorni di clinica dopo essere stato letteralmente “raccolto” da terra ubriaco di whisky in un pub di Middlesbrough.
Tornando al calcio giocato, Aston Villa, Manchester United, Arsenal e Chelsea si contendono i primi posti in Premier. Tra l’altro a novembre John Gregory, manager dei villans, compie un grande colpo di mercato prelevando dal Coventry l’attaccante Dion Dublin per 5,75 milioni di sterline. Strepitoso il suo impatto al Villa Park: esordio casalingo dell’ex sky blues con doppietta nel 3 a 2 vincente contro il Tottenham e una settimana dopo tripletta a The Dell nel 4 a 1 finale contro il Southampton. Ottimo anche il lavoro di David O’Leary al Leeds. Assistente di George Graham, il manager irlandese prende il suo posto lavorando molto sui giovani e creando una squadra apparentemente inesperta, ma brillante e con grandi stimoli. Lancia calciatori molto interessanti come Alan Smith, Lee Bowyer, Jonathan Woodgate e Ian Harte che insieme ai già affermati Hasselbaink, Kewell, Kelly, David Batty formano un’ossatura davvero interessante. Storica e schiacciante è la vittoria, condita da una prestazione fantastica, contro il Liverpool ad Anfield il 14 novembre: 3 a 1 per i ragazzi di O’Leary con gol di Smith e Hasselbaink (2) e Fowler su penalty per i reds.
La vera sorpresa è senz’altro il West Ham. Meraviglioso e sorprendente l’inizio di stagione e nonostante il fattaccio Hartson/Berkovich, il manager Harry Redknapp tiene compatto il gruppo raggiungendo in autunno risultati importanti. Gli hammers si mantengono così in zona-Uefa, contando sulla freschezza e sul talento di giovani come Frank Lampard e Joe Cole (che comincia a fare le sue prime apparizioni), piuttosto che sulla esperienza di Ian Wright, Paul Kitson, Trevor Sinclair, Neil Ruddock e Shaka Hislop in porta.
Caduta libera invece per il Blackburn di Roy Hodgson e per il Nottingham Forest di Dave Bassett. Sembra passata un’eternità dalla vittoria del titolo quattro anni prima per i rovers. Il manager scozzese, autore di un buon campionato l’anno precedente, si dimette ammettendo di non avere più sotto controllo la situazione. Perde la fiducia della vecchia guardia formata da Sherwood, Sutton, Flitcroft, Gallacher e Wilcox, soprattutto dopo il conseguimento di risultati davvero sorprendenti in negativo: fuori da Ewood Park la squadra manca di personalità e convinzione perdendo quasi sempre. Anche in casa non va meglio e i rovers tra ottobre e novembre accumulano ben 6 sconfitte su 8 gare. Hodgson viene sostituito dall’assistente di Ferguson al Manchester, Brian Kidd. Giorni difficili anche al City Ground dove il Nottingham non riesce a ripetere la strepitosa stagione dell’anno precedente in First Division. L’assenza “forzata” di Pierre Van Hooijdonk nella prima parte di stagione si rivelerà più pesante del solito con i forest che si ritroveranno all’ultimo posto intorno a Natale. Bassett a gennaio viene esonerato sostituito da Ron Atkinson.
Questa la classifica dopo 20 turni:
ASTON VILLA 39, CHELSEA 37, MANCHESTER UNITED 35, ARSENAL 35, LEEDS UTD 33, WEST HAM UNITED 32, LIVERPOOL 31, MIDDLESBROUGH 30, WIMBLEDON 30, LEICESTER CITY 28, DERBY COUNTY 28, TOTTENHAM H. 27, NEWCASTLE 24, EVERTON 23, SHEFFIELD W. 22, BLACKBURN 18, COVENTRY 17, CHARLTON ATHL. 16, SOUTHAMPTON 14, NOTTINGHAM FOREST 13.
L’attenzione comincia a catturarla la coppia gol del Manchester United: Dwight Yorke e Andy Cole, detti i Calipso Boys, spingendo i red devils in testa alla Premier League. Un affiatamento incredibile condito da raffiche di gol: a Leicester una tripletta del primo e una doppietta per il secondo portano lo United a vincere per 6 a 2. Al City Ground contro il Nottingham poi, con l’affiancamento di un Solskjaer strepitoso autore addirittura di 4 reti, i calipso boys segnano altri 4 gol per l’1 a 8 finale! I due colored, insieme proprio all’attaccante norvegese e a Teddy Sheringham, fanno sognare i tifosi dell’Old Trafford.
Le dirette concorrenti però sono agguerrite: l’Aston Villa, nonostante i primi tentennamenti è sempre lì, l’Arsenal e il Chelsea rimangono in scia contando su talento e equilibrio tattico. Tra l’altro Wenger rafforza i gunners prelevando dall’Inter per 4,15 milioni di sterline l’attaccante nigeriano Nwanko Kanu.
Arsenal-Chelsea e Manchester United-Arsenal sono le gare che in qualche modo caratterizzano il mese di gennaio e di febbraio. Ad Highbury finisce 1 a 0 per i padroni di casa con rete di Dennis Bergkamp. All’Old Trafford il 17 febbraio ’99 Wenger vuole fare il colpaccio cercando di mettere ancora di più pressione ai diretti rivali al titolo. Lo United alla vigilia di questa gare ha 4 punti di vantaggio sul Chelsea e 5 sui gunners. Questi gli schieramenti in campo: Manchester Utd – Schmeichel, G.Neville, P.Neville, Johnsen, Stam, Keane, Butt, Beckham, Blomqvist, Cole, Yorke; Arsenal – Seaman, Dixon, Winterburn, Bould, Adams, Parlour, Hughes, Vieira, Overmars, Kanu, Anelka. Sotto una pioggia battente la partita si rivela molto dura. Nel primo tempo non ci sono particolari occasioni da gol, fino a quando Ray Parlour stende all’interno dell’area di rigore Johnsen con l’arbitro Gary Willard che decreta il penalty. Va sul dischetto Yorke che di piatto spara fuori. Si va negli spogliatoi con il punteggio fissato sullo 0 a 0. La seconda parte di gara si apre subito con il botto: Kanu si libera molto bene con una finta in area ma al momento del tiro viene stoppato in extremis da Johnsen…la palla però arriva sui piedi di Nicholas Anelka che di piatto deposita in rete. Grande gioia per Arsene Wenger in panchina. Subito la reazione dei red devils che vanno vicino al pareggio prima con Yorke poi con David Beckham. Ma al 60esimo da un cross dalla sinistra di Phil Neville, Andy Cole colpisce di testa battendo Seaman e riequilibrando la gara. Non succederà più nulla da lì fino al 90esimo con il punteggio finale di 1 a 1.
Il crollo casalingo dell’Aston Villa contro il Coventry per 4 a 1 ridisegna una classifica che al vertice dopo 27/28 gare si presenta così:
MANCHESTER UTD 57 (28 G.), CHELSEA 53 (27 G.), ARSENAL 50 (27 G.), ASTON VILLA 44 (27 G.), LEEDS UTD 42 (26 G.)…
Il finale di stagione però è condizionato da una scomparsa dolorosa per l’Inghilterra calcistica e non solo. Quella dell’unico allenatore capace di portare la nazionale di calcio inglese a vincere un campionato del mondo: Sir Alf Ramsey. L’ex tecnico dell’Inghilterra, ma anche di Ipswich e Birmingham muore a causa di un infarto all’età di 79 anni il 28 aprile del 1999. Un grande manager e un grande uomo che proprio in quel 1966 raggiunge l’apice del successo vincendo la Coppa del Mondo e riuscendo a far coesistere giocatori meravigliosi come Bobby Charlton, Nobby Stiles, Geoff Hurst, Bobby Moore, Alan Ball, Martin Peeters e così via.
Sul campo la sfida per il titolo è praticamente una corsa a tre: Manchester, Arsenal e Chelsea. Per i blues però marzo e aprile si rivelano molto deludenti; troppi i pareggi per i ragazzi di Vialli, a Middlesbrough per 0 a 0, in casa contro il Leicester per 2 a 2 e sempre in casa contro lo Sheffield Wednesday per 0 a 0, testimoniando il fatto che soprattutto tecnicamente qualcosa manca rispetto alle altre due contendenti. Emozionante invece la sfida tra red devils e gunners. Quest’ultimi arrivano a fine aprile in testa alla classifica con un punto di vantaggio sugli uomini di Ferguson che però devono recuperare una gara.
Tra l’11 e il 12 maggio si decide il titolo: l’Arsenal gioca a Leeds contro la brillante compagine di David O’Leary. Queste le formazioni che scendono in campo davanti a 40.000 spettatori: Leeds Utd – Martyn, Haaland, Radebe, Woodgate, Harte, Hopkin, Bowyer, Batty, Kewell, Hasselbaink, Smith; Arsenal – Seaman, Dixon, Winterburn, Adams, Keown, Parlour, Vieira, Petit, Overmars, Bergkamp, Anelka. Ad Elland Road forse la partita più emozionante dell’anno: inizio strepitoso del Leeds che va vicino al gol prima con un bolide da fuori area di Kewell, deviato in angolo da un Seaman strepitoso, poi con un penalty fallito da Harte che colpisce la traversa e sulla ribattuta prodezza ancora dell’estremo difensore dei gunners su tiro di Hasselbaink. Ancora i padroni di casa in pressione nel primo tempo con Smith che per ben due volte sfiora il vantaggio approfittando di una difesa ospite un po’ distratta. L’Arsenal cerca di reagire dopo un inizio traumatico e si rende pericolosa con Anelka che a porta vuota si fa respingere la palla sulla linea da Woodgate e con Kanu nel secondo tempo che colpisce la parte alta della traversa dopo un gran colpo di testa. Ma sono sempre i ragazzi tremendi di O’Leary a farla da padrone e a quattro minuti dalla fine Jimmy Floyd Hasselbaink raccoglie un assist al bacio di Kewell dalla sinistra depositando in rete con un prodigioso colpo di testa in tuffo. 1 a 0 che decreta la qualificazione in Uefa del Leeds e la perdita del primo posto in classifica dei gunners.
I red devils ne approfittano e grazie al pareggio ad Ewood Park contro il Blackburn per 0 a 0 e la vittoria all’ultimo turno in casa contro il Tottenham per 2 a 1 con gol di Beckham e Cole, Ferdinand per gli spurs, vincono il quinto titolo in sette stagioni di Premier League. Inutile sottolineare gli strepitosi rendimenti dei fratelli Neville, di Stam e Johnsen in difesa, di Keane, Butt, Scholes, Giggs, Beckham a centrocampo, dei gol a raffica di Cole, Yorke, Solskjaer e Sheringham.Tutto sarebbe in qualche modo rientrante nella normalità degli ultimi anni di calcio inglese, se non fosse per lo storico, quanto fantastico “treble” che Ferguson regala ai propri sostenitori vincendo Fa Cup e Champions League. L’Old Trafford si veste a festa per accogliere in trionfo i propri beniamini: Alex Ferguson, che sarà nominato qualche giorno dopo Sir, passa definitivamente dalla storia alla leggenda…
Lacrime ad Ewood Park nel giorno del già citato 0 a 0 contro il Manchester United. Il Blackburn retrocede in First Division dopo anni di gloria e dopo appena quattro stagioni dalla conquista del titolo. I rovers escono dal campo tra gli applausi dei propri sostenitori, ma rei purtroppo di un campionato davvero deludente e soprendente in negativo. Molto male l’attacco con Sutton e Gallacher disastrosi con appena rispettivamente 3 e 4 reti in Premier. Il Blackburn si aggiunge ad un’altra nobile decaduta: il Nottingham Forest. Nonostante l’onesto lavoro di Atkinson, subentrato a gennaio a Bassett, i forest con appena 7 vittorie e 30 punti non evitano una retrocessione meritata. Pesa ovviamente il fattaccio Van Hooijdonk, ma anche una campagna trasferimenti troppo deludente.
Chi lotta fino alla fine è il Charlton di Curbishley. A The Valley, forse è l’inesperienza e l’illusione dell’ottimo inizio di stagione a tirare un brutto scherzo. Le otto sconfitte consecutive tra novembre e dicembre, dovute ad un calo atletico notevole, si rivelano decisive per il proseguo del campionato. Prima dell’ultimo turno gli addicks hanno due punti di svantaggio dal Southampton a quota 38. Per quest’ultimi la partita contro l’Everton in casa però è una vera e propria passerella con l’attaccante lettone Marian Pahars che con una doppietta garantisce matematicamente la salvezza ai saints. Il Charlton tra l’altro perde anche in casa contro lo Sheffield Wednesday per 1 a 0 finendo inesorabilmente in First Division. Nonostante ciò il lavoro di Curbishley verrà giudicato dalla dirigenza comunque positivo, permettendogli il rinnovo di contratto.
Questa la classifica definitiva della Premier 1998/99:
MANCHESTER UTD 79, ARSENAL 78, CHELSEA 75, LEEDS UTD 67, WEST HAM UNITED 57, ASTON VILLA 55, LIVERPOOL 54, DERBY COUNTY 52, MIDDLESBROUGH 51, LEICESTER CITY 49, TOTTENHAM H. 47, SHEFFIELD W. 46, NEWCASTLE 46, EVERTON 43, COVENTRY CITY 42, WIMBLEDON 42, SOUTHAMPTON 41, CHARLTON ATHLETIC 36, BLACKBURN 35, NOTTINGHAM FOREST 30.
Questa la classifica marcatori:
Hasselbaink 18 (Leeds United), Owen 18 (Liverpool), Yorke 18 (Manchester Utd), Anelka 17 (Arsenal), Cole 17 (Manchester Utd), Ricard 15 (Middlesbrough).
[1] La finale si gioca a Wembley il 29 marzo 1998. Il Middlesbrough resiste per tutti i 90 minuti, fino a quando Sinclair prima e Di Matteo poi la sbloccano. 2 a 0 il risultato finale. I boro si segnaleranno soprattutto per la semifinale vinta contro il Liverpool per 2 a 0 con gol di Merson e Branca.
[1] In realtà l’ottimo lavoro del chairman Richard Murray inizia nel 1995 affidando la squadra ad Alan Curbishley. Un percorso molto positivo con il Charlton vicino alla promozione già nel 1996, non possibile per la sconfitta in semifinale di play-off contro il Crystal Palace. La stagione 97/98 rimarrà una delle migliori nella storia degli addicks.
[1] Evans lascerà i reds a Novembre lasciando Houllier unico responsabile tecnico. Non perfettamente in sintonia con il manager francese, il manager del Lancashire se ne va da Anfield con il ricordo di un solo trofeo vinto nonostante la competitività della squadra, la Coca Cola League Cup nel 1994-95: 2 a 1 in finale contro il Bolton con doppietta di Steve McManaman. Evans è l’ultimo manager del Liverpool a far parte della famosa “Boot Room”, una camera all’interno di Anfield dove tra un whisky e un sigaro i tecnici dei reds discutono della partita successiva e delle eventuali mosse e contromosse da adottare nei confronti dell’avversario. Nel 2011 Kenny Dalglish ritornato alla guida del Liverpool cercherà di ripristinarla.
[1] Ferguson resiste fortemente alla pressione del Tottenham per Ole Gunnar Solskjear. Rifiuta addirittura un’offerta di 5 milioni di sterline.
[1] Si racconta che nel momento della richiesta di Yorke di essere venduto al Manchester, Gregory avrebbe risposto: “Piuttosto ti sparo e mi faccio la galera…”…
[1] Una vera bandiera del Manchester United: al momento della sua partenza è l’unico calciatore insieme proprio a McClair ad aver vinto tutti i trofei vinti da Ferguson con i red devils…almeno fino alla stagione 97/98…Con lo United Pallister vince 4 Premier League, 3 Fa Cup, 1 Coca Cola League Cup, 1 Coppa delle Coppe. Di lui, oltre ovviamente lo splendido rendimento, si ricorderà la doppietta decisiva segnata ad Anfield nel 3 a 1 finale decisivo per la vittoria del titolo 96/97.
[1] Il Manchester United, nell’estate ’98, puo vivere una svolta epocale. Dopo l’entrata in borsa nel 1991 i red devils possono ricevere in qualsiasi momento una offerta pubblica d’acquisto e tale arriva ufficialmente proprio il 9 settembre dalla BSKYB per 623 milioni di sterline. Rupert Murdoch, proprietario della piattaforma televisiva satellitare, fa vacillare il consiglio d’amministrazione che accetta l’offerta. La trattativa verrà però bloccata dalla Monopolies & Mergers Commission (Commissione dei monopoli e delle concentrazioni) per conflitto d’interessi, visto anche l’interesse del magnate australiano nell’acquisire i diritti Tv della Premier League.
[1] Dopo 7 anni lascia i gunners una delle bandiere più amate. I numeri personali di Ian Wright con i gunners sono impressionati: 128 reti in 221 gare, 1 Premier League, 2 Fa Cup, 1 Coca Cola League Cup e 1 Coppa delle Coppe.
[1] Da segnalare, al suo debutto con gli hammers, il gol che decide la partita dell’eterno Ian Wright.
[1] Clive Mendonca non è nuovo di “hattrick” così esaltanti. Decisiva è anche la sua tripletta proprio nella finale play-off dell’anno precedente contro il Sunderland che decreta la promozione del Charlton. Entrerà nella storia del calcio inglese per aver segnato 3 gol a Wembley affiancandosi a gente come Shearer, Hurst, Blissett, Scholes, Cantona e Malcolm McDonald.
[1] Un autentico talento: Owen rappresenta l’attaccante imprevedibile e implacabile grazie al suo opportunismo e alla sua velocità. La tripletta del St James Park è la testimonianza di tutte le sue meravigliose doti. Al terzo esulta strecandosi le mani… Anche Houllier si strecherà le mani nel possedere un attaccante così.
[1] Christian Gross rappresenta la scommessa persa da Sugar intento a dare un segno di freschezza alla panchina del White Hart Line. I risultati però non arrivano e Gross ritorna in Svizzera al Basilea. Curiosa la storia del manager svizzero al Tottenham. Arriva alla sua prima conferenza stampa in metro e mostrando il ticket afferma: “Sarà il mio biglietto per i sogni degli spurs”….Si rivelerà il biglietto dei suoi incubi al White Hart Line.
[1] Il passaggio di Graham dal Leeds al Tottenham scatena una serie di reazioni davvero inaspettate soprattutto dai tifosi degli spurs che non lo accolgono nei migliori dei modi visto il suo passato ad Highbury. Martin O’Neill, manager del Leicester, è destinato a sostituirlo ad Elland Road ma i sostenitori dei foxes insorgono invocando la sua permanenza al Walker Stadium visti i grandi risultati conseguiti. Qualche giorno dopo O’Neill in conferenza stampa dichiarerà di rimanere a Leicester, con David O’Leary sulla panchina del Leeds.
[1] John Kinnear è un’icona dei dons. Prende la squadra nel ’92 raggiungendo risultati sempre dignitosi e alcune volte sorprendenti. Durante la sua migliore stagione, quella 93/94, riceve addirittura per ben 3 volte il titolo di Manager del mese. Il Wimbledon proprio in quella season si piazzerà in sesta posizione davanti a club molto più titolati come Liverpool, Tottenham, Aston Villa e Everton. Nel ’97 raggiungerà le semifinali di entrambe le coppe nazionali e continuerà a dare una identità precisa ai dons nonostante le difficoltà finanziarie e la impossibilità di giocare in uno stadio proprio. A Marzo del ’99 prima di una gara contro lo Sheffield Wednesday sarà colto da un attacco di cuore che lo porterà ad allonatanarsi piano piano dai dons. Sarà l’inizio della fine per il Wimbledon.
[1] La partita, nonostante l’inferiorità numerica, sarà vinta dallo Sheffield all’89esimo per 1 a 0 con un gol meraviglioso a pallonetto dal vertice dell’area di rigore di Lee Briscoe. Di Canio sarà squalificato per ben 11 gare minando il rapporto con la dirigenza degli owls.
[1] “Gazza” è forse il calciatore inglese insieme a Beckham di più talento degli ultimi trent’anni. Purtroppo però i suoi problemi fuori dal campo ne limitano una carriera che poteva essere di grande profilo. Gascoigne nasce calcisticamente a Newcastle, ma è sotto la guida di Terry Venables con il Tottenham che diventa il calciatore ammirato da tutti. Nella stagione 90/91 durante la finale di Fa Cup contro il Nottingham Forest si rompe il legamento crociato del ginocchio destro dopo un intervento bruttissimo da lui stesso commesso ai danni del calciatore dei forest Gary Charles. Gascoigne, già acquistato qualche giorno prima dalla Lazio per 8,5 milioni di sterline, dovrà stare fermo per quasi un anno. In Italia fa vedere a sprazzi il suo enorme talento, ma continui infortuni ne limitano il rendimento. Prima ai Rangers Glasgow, poi con il Middlesbrough e l’Everton, il centrocampista inglese alterna grandi prodezze a problemi di vario tipo fuori dal campo: alcool, amicizie sbagliate, divergenze familiari con sua moglie Sheryl, lo portano a vivere anni difficili. Finirà addirittura per tentare il suicidio. Calcisticamente si ricorderà del suo strepitoso europeo con la nazionale inglese del 1996 con il meraviglioso gol nel derby con la Scozia.
[1] Dramma in casa Chelsea: l’8 novembre ‘98 Pierluigi Casiraghi, acquistato in estate dalla Lazio per 5,5 milioni di sterline, si frattura in più parti il ginocchio in uno scontro con il portiere del West Ham Hislop. Sarà la fine della sua carriera da calciatore, visto che nonostante la decina di interventi ai quali si sottopone, l’attaccante monzese non riuscirà mai più a recuperare.
[1] Il mese di novembre è strepitoso: 3 vittorie consecutive per gli hammers contro il Leicester per 3 a 2, il Derby County per 2 a 0, ma soprattutto con il Tottenham per 2 a 1 con una doppietta fantastica di Sinclair.
[1] I rovers perdono contro Middlesbrough, Arsenal, Manchester United, Coventry, Liverpool, ma è soprattutto contro un Southampton altrettanto disastroso che incorrono in una figuraccia clamorosa. Ad Ewood Park finisce 2 a 0 per i saints con gol di Oakley e Basham.
[1] In realtà l’assenza di Van Hooijdonk nei primi 3 mesi di Premier ha del romanzesco. L’attaccante olandese, viste le cessioni di Campbell al Trabzospor e della bandiera Colin Cooper, e la messa fuori rosa di Scott Gemmill per il mancato rinnovo del contratto, vede non mantenute le promesse della proprietà di rafforzamento della squadra. Chiede anche lui di essere ceduto, ma la sua richiesta gli viene negata: se ne va in esilio in Olanda allenandosi con il Nac Breda. Si dà vita ad un tira e molla con dichiarazioni pesanti verso di lui da parte del capitano dei forest Steve Stone e del manager Dave Bassett. A novembre sarà costretto a tornare per non perdere un anno di calcio, ma il suo ritorno non porterà frutti ad una squadra destinata alla retrocessione.
[1] Crollo soprattutto fisico dei villans. Nel mese di febbraio addirittura 3 sconfitte consecutive al Villa Park contro appunto il Coventry con reti deli ospiti di John Aloisi (2) e George Boateng (2), Dublin per i padroni di casa, contro il Leeds per 2 a 1 e contro il Blackburn per 3 a 1.
[1] Il cammino in Fa Cup è davvero esaltante e pieno di emozioni per il Manchester. La finale è contro il Newcastle e i gol di Scholes e Sheringham chiudono il conto, ma è la semifinale che rimarrà storica: i red devils affrontano l’Arsenal…0 a 0 il primo match, al replay 1 a 1 dopo i 90 minuti, fino al 109esimo quando Ryan Giggs parte dalla propria metà campo e con una discesa straripante, salta 4 avversari e batte Seaman permettendo allo United di raggiungere la finale. La Champions si rivelerà più un romanzo d’altri tempi che una competizione calcistica. Eliminate Inter e Juventus, in finale i ragazzi di Ferguson affrontano il Bayern Monaco. Mario Basler porta in vantaggio i tedeschi, che dominano la gara in lungo e in largo colpendo addirittura un palo e una traversa. Al 91esimo però Sheringham raccoglie un tiro sporco di Beckham dal limite dell’area e firma l’1 a 1. Dopo due minuti, al 93esimo, si concretizza l’apoteosi: calcio d’angolo, spizzata di testa in area e Solskjaer posizionato sul secondo palo devia sotto la traversa facendo letteralmente esplodere tutti…tifosi, compagni di squadra, staff tecnico…e in un pianto amaro tutti i propri avversari. Un treble storico che pone definitivamente Alex Ferguson nell’elite dei più grandi tecnici di calcio di tutti i tempi.
[1] I saints riescono a mantenere il vantaggio sul Charlton grazie a ciò che avviene al Selhurst Park contro il Wimbledon alla penultima di campionato. Al 70esimo Matthew Le Tissier subentra a Hughes sul punteggio di 0 a 0. Dopo appena due minuti, direttamente da calcio d’angolo l’attaccante inglese segna la rete dell’1 a 0 facendo esplodere i propri tifosi. Le Tissier un’autentica leggenda per i saints. Chiude il conto il giovane talento James Beattie fissando il risultato sul 2 a 0. Sarà questa la vera vittoria decisiva che permetterà al Southampton di rimanere in Premier.