Un mister italiano a Londra: intervista con coach Enrico Tiritera

enrico tiritera Mister Enrico Tiritera. Un nome che ai più dice poco, ma per noi appassionati di calcio inglese Coach ET è una vera bandiera del football non-league d’oltremanica. Partito dai Castelli Romani e arrivato in Inghilterra, nell’Essex nel 1993, Enrico qualche anno dopo ha iniziato ad allenare e da allora non ha mai smesso. Dividendosi fra il lavoro alla Royal Mail e il pitch, il nostro amico è diventato un vero e proprio serbatoio di storie e aneddoti sul qual calcio che piace a noi.

Buongiorno mister, partiamo subito. Quali sono le squadre che hai allenato?
Ho allenato a Romford nel 1999. Cinque anni al Southend Utd, Settore giovanile, dal 2000-2005. Otto anni all’Hullbridge Sports (febbraio 2005 – marzo 2013). Da quest’anno, a marzo 2013, sono tornato al Great Wakering Rovers.

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La partita la partita più bella di una tua squadra?
La partita più bella di una mia squadra: ce ne sono state tante. Al Great Wakering quest’anno in amichevole abbiamo vinto 3-2 contro il Southend Utd e Phil Brown (ex manager Premiership) disse che li avevamo tatticamente surclassati. Con l’Hullbridge nel 2010 vincemmo 1-0 nei quarti di finale della Coppa dell’Essex contro il Dagenham di Hohn Still a Victoria Road. Con il Southend Utd quando battemmo il West Ham giovanissimi 3-1 e Tony Carr, direttore degli Hammers Accademy, ci fece tanti complimenti. Con il Romford quando battemmo il Dagenham & Redbridge “at their place” 3-2 nella Brian Hitchings Cup e la partita di FA Cup third preliminary round contro il Congleton che vincemmo 6-0 con sei reti nel secondo tempo, dopo aver introdotto le lasagne come pasto pre-partita! Fummo nominati Sun dream team per il turno. Comunque i bei ricordi sono tanti e un giorno quando mi ritirerò, scriverò un bel libro.

Come ti accolsero? Dopo tutto eri un allenatore italiano a Londra…
Io arrivai in un periodo in cui il calcio italiano era al vertice e quindi c’era curiosità nel vedere all’opera un allenatore italiano. Allora arrivarono Ivano Bonetti al Grimsby e “Big Brush” Silenzi al Nottingham Forest. Poi vennero gli Zola, i Vialli etc e molte cose cambiarono in meglio.

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Quali differenze hai notato fra la non-league inglese e i dilettanti italiani?
Nella Non League inglese si giocano molte più partite infrasettimanali (50-55 in totale) e i giocatori possono firmare per una squadra di Promozione, Eccellenza e Serie D nella stessa stagione. Se non sei sotto contratto puoi muoverti liberamente e la squadra che ti vuole deve solo informare (7 days notice) la tua squadra prima di poter parlare con te. E’ un mercato più libero e lo stesso vale per gli allenatori. In teoria io potrei allenare al GWR prima squadra (Saturday football) e gli allievi regionali al Thurrock FC.

Se dovessi scegliere una squadra dei professionisti chi vorresti allenare?
Certamente il Liverpool

E una di non-league?
Il Concord Rangers. Nel 2000 il loro vecchio presidente Lant mi voleva a Thames Road come first team coach ma rifiutai cortesemente perché mi ero già impegnato con Steve Tilson a Southend. Concord allievi fu la mia prima squadra in Inghilterra (vincemmo quasi tutto quello che c’era da vincere) e come si dice il primo amore non si scorda mai.

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Perché secondo te la non-league ha tutto questo fascino?
La Non League ha questo fascino perché è il vero calcio, come era una volta. I tifosi, le squadre tutte con una loro storia e una loro tradizione e l’atmosfera che si respira: la non-league è unica.

Ma ti prenderai una pausa dal calcio prima o poi? Farai una vacanza?
Io non ho mai smesso di allenare e in venti anni non ho avuto sabati o domeniche libere! Dopo 8 stagioni all’Hullbridge come manager ho lasciato venerdì 16 marzo e lunedì ero già al GWR. Coach ET 64 è sempre “in demand”, nessun giorno di ferie!