Vicino alla fermata della metropolitana della Central Line una sequela di manifesti annunciano un nascente centro commerciale, mentre poco più avanti caseggiati di edilizia popolare degli anni settanta incorniciano strade severe e vagamente decadenti dove spuntano discount, fast-food e takeaway indiani. Paesaggio urbano frammentato. Umanità varia. Le divise da lavoro sotto giacconi pesanti, pantaloni sporchi di vernice e fango, oppure completi eleganti e cellulari di rito. File di linde casette a schiera per lo più con tre stanze, qualcuna del tardo periodo vittoriano, abitate da comunità di svariate etnie. Abissi popolari dello sterminato East End londinese. Il Canary Wharf, che ammicca in lontananza con i suoi lucenti grattacieli e migliaia di nuovi posti di lavoro di prestigio, ha forse risollevato l’economia londinese ma non è riuscito a ricucire il fragile tessuto spaziale e sociale di questa zona. Continue reading →