Nella partita di andata John King del Dulwich Hamlet, in un’azione di gioco contro il Bromley, ebbe la sfortuna di rompersi la gamba. Nonostante questo, lo stesso giocatore era regolarmente in campo per la partita di ritorno, senza che nessuno dei presenti all’incontro ne fosse minimamente stupito. Potrei essere accusato di plagio dalla Settimana Enigmistica, poiché la scena sembra ripresa dalla rubrica “Suspense!”; in realtà è questo un episodio che è davvero accaduto, e non c’entrano le meraviglie della medicina, che a prima vista ridurrebbero il menisco di Franco Baresi a USA 94 a una minuzia.
La soluzione risiede nella circostanza che tra la partita di andata e quella di ritorno intercorsero ben diciannove mesi! Si trattava infatti del primo turno della South Thames Cup, competizione a cui, lo si evince già dal nome, erano ammessi solo club di stanza a sud del grande fiume. La storia della coppa è avvolta nelle nebbie dell’oblio, purtroppo, e ogni tanto una citazione la riporta alla memoria (o alla conoscenza di quelli che non l’hanno mai sentita nominare prima).
La sua storia inizia nella stagione 1953-54, sebbene non sia noto quale organismo la organizzasse; le mie faticose ricerche mi hanno portato a credere che, almeno nei primi anni, il numero delle squadre fosse limitato a otto: Wimbledon, Dulwich Hamlet, Bromley, Sutton United, Tooting and Mitcham United, Kingstonian, Walton & Hersham, Corinthian Casuals. Dopo il primo turno si accedeva infatti subito alle semifinali e quindi alla finale.
Nonostante la strada verso la gloria della finale non fosse di quelle più tortuose, da subito la coppa soffrì, per così dire, la presenza delle altre competizioni, e sin dai primi anni riuscire a programmare gli incontri, e a giocarli soprattutto, fu un’impresa al limite delle capacità umane. Per questo, da un certo periodo la competizione si disputò in due o tre anni, e si favoleggia addirittura di finali giocate dopo l’inizio dell’edizione successiva. Ma qui siamo ai sussurri, alle dicerie, e non ho trovato nulla che lo comprovi.
I biancoblu, all’epoca, del Wimbledon, si aggiudicarono il torneo la bellezza di quattro volte. Nella prima edizione del 1953-54, sconfiggendo in finale a Plough Lane il Tooting and Mitcham United, dopo aver regolato il Dulwich Hamlet nel primo turno dopo un replay e in semifinale il Sutton United.
Nel 1960-61, battendo il Bromley ancora a Plough Lane, dopo aver sconfitto Sutton United e Dulwich Hamlet; l’anno dopo fu la volta del Kingstonian a essere sconfitto sonoramente (5-1) in finale. Prima, Corinthian Casuals e Dulwich Hamlet avevano provato la dura legge del più forte.
L’anno dopo ancora arrivò l’ultima vittoria: ad essere sconfitti ancora quelli del Kingstonian, mentre nulla poterono nei turni precedenti Walton & Hersham e Sutton United contro la corazzata dei Dons. È bene sottolineare che la finale venne giocata all’inizio della stagione 1963-64, ma la coppa è quella dell’anno precedente: si può ben affermare allora che nella stagione 1962-63 il Wimbledon centrò una tripletta (triplete, treble che dir si voglia), conquistando la Isthmian League ai danni del Kingstonian (poveretti…) e la FA Amateur Cup contro il Sutton United. Siamo in piena epoca d’oro del club, che da lì a pochi anni iniziò a chiedere l’eleggibilità per la lega professionistica.
Il Wimbledon non parteciperà più al torneo. L’anno dopo avrebbe aderito alla Southern e gli obiettivi erano ben altri. L’annuncio venne dato proprio nel programma della partita di finale, disputatasi il 24 settembre 1963 a Plough Lane; dando il benvenuto al Kingstonian, il club elogiava gli ospiti per aver ben condotto il campionato appena terminato, sottolineando gongolanti come fossero andati vicino alla vittoria finale…ancora con più malcelata soddisfazione si congratulava con i vecchi rivali per aver vinto la London Senior Cup, competizione – è scritto – seconda solo alla FA Amateur Cup, vinta da una certa tal squadra pochi mesi prima. Beh, rivalità locali!
La coppa continuò fino al 1971, con l’immissione di altri club, tra i quali è documentata la presenza del Carshalton Athletic e del Redhill.
Poi, l’oblio.