Il Clapton Fc, una delle squadre storiche dell’East End londinese. Gioca nello stadio più antico della capitale e ha una bacheca ricchissima di trofei. Anche se a dire la verità questi da qualche anno mancano. Diciamo che sono un’eredità della grande storia del club. Oggi i Tons sono conosciuti più per il loro colorato e impegnato tifo. I suoi supporter sono infatti l’orgoglio non solo della squadra, ma di tutta la categoria. Abbiamo fatto due chiacchiere con Tommaso, che è italiano, ma vive a Londra e tifa Clapton Fc.
Perché un tifoso decide di andare a prendere la pioggia e il freddo un martedì sera a Basildon? O a Southend? O ad Haringey?
[banner network=”adsense” size=”125X125″ type=”default”]Questa domanda mi obbliga a dare una risposta scontata: perché si deve! Siamo la Scaffold Brigada, abbiamo firmato un patto col diavolo e ormai andiamo ovunque, non importa quanto lontano, non importa quali siano le condizioni climatiche, quanto sia pieno di bozzi il campo. Poi non è che l’Old Spotted Dog sia tenuto così bene (purtroppo), quindi a volte in trasferta si vedono anche campi e stadi davvero belli (soprattutto per noi stranieri che subiamo il fascino dei campi inglesi – con le terraces – vecchia scuola!).
Perché avete deciso di seguire una squadra di Essex Seniot League e non il West Ham, l’Arsenal o il Tottenham?
Le persone che vanno al Clapton Fc lo fanno per motivazioni differenti, che non sono ovviamente in contrasto tra loro. Le ideologie di base sono assolutamente coerenti e organiche. Le anime dei Clapton ultras sono raggruppabili in tre grandi categorie: lotta al calcio moderno, impegno sociale sul territorio e ragioni puramente politiche. C’è chi è stanco di dover svenarsi per guardare una partita di calcio dagli spalti e ormai inizia a odiare il calcio fatto soltanto di sponsor, stadi che sono diventati dei cinema e divieti assurdi. Molti altri – il nucleo fondatore del gruppo – sono nati e cresciuti a Forest Gate ed hanno deciso quindi di riscoprire le proprie radici e tifare una squadra che ha una storia importante come il Clapton Fc. Altri invece accomunati dall’antifascismo e dall’antirazzismo che trovano un ambiente che rispetta tutte le diversità in cui possono seguire il calcio senza nessun tipo di discriminazione. Inoltre è importante anche ricordare che siamo molto attivi socialmente e cerchiamo di lavorare per il bene della comunità di Forest Gate (una delle zone più povere di Londra) aggregando e facendo anche lavoro di volontariato e informazione.
Da noi girano un sacco di leggende su di voi. Diciamo la verità, quante persone vanno a vedere il Clapton Fc?
Posso dirti che per l’ultima partita in casa di sabato pomeriggio i dati ufficiali erano di più di 230 persone paganti, che è un numero maggiore della somma di tutte le altre partite giocate nella stessa divisione. Martedì sera, invece, eravamo circa 150 con alcuni gradi sottozero.
E in trasferta?
Abbiamo ottimi numeri anche in trasferta. Devi considerare che tutte le partite sono in zone raggiungibili facilmente anche con i mezzi pubblici, anche se abbiamo iniziato ultimamente a organizzare pullman. Direi che la media per le trasferte è sempre intorno alle 100 persone, il che, ovviamente, porta benefici economici non da poco anche alle squadre che ci ospitano come puoi immaginare, visti i problemi economici che società così piccole possono incontrare.
Voi siete una tifoseria un po’ sui generis, avete dei punti di riferimento nel mondo hooligan/ultras?
Questa è una domanda difficile proprio perché siamo una tifoseria speciale come appunto dici tu. Sicuramente ci rifacciamo all’approccio non violento di Green Brigade e Ultras Sankt Pauli, ai quali siamo legati sia politicamente che tramite rapporti con alcuni esponenti delle tifoserie. Non troverai una sola squadra che è venuta a giocare all’Old Spotted Dog che si sia lamentata del nostro atteggiamento. Abbiamo sempre rispettato gli avversari e facciamo sempre un applauso agli avversari a fine partita. Ovviamente gli sfottò ci sono e troviamo sempre il modo per prendere in giro senza superare i limiti. Quel che forse ci rende differenti dai gruppi ultras intesi all’italiana è che qui in Inghilterra il concetto di “Ultras” praticamente non esiste, dato che non esistono tifoserie organizzate, quindi possiamo attingere da quel mondo abbastanza liberamente, senza avere nessuno che ci possa affibbiare etichette. Fumogeni, bandiere, striscioni fanno parte sicuramente del patrimonio ultras italiano, ma non abbiamo qualcuno che, dando le spalle al campo, lanci i cori. Devi anche considerare che siamo un gruppo molto eterogeneo: abbiamo molte ragazze, famiglie, persone di tutte le età e bambini. Ognuno porta le sue idee: il risultato è un modello ibrido. Quando alla partita c’è il nostro “Junior Capo”, non può mancare un coro lanciato da lui, nonostante abbia soltanto dieci anni!
Con voi viene rivitalizzato e riempito di nuovi significati, il concetto di support your local team. Voi infatti non solo supportate il local team, ma anche la local community. Ci spiegate che cosa fate?
Ultimamente abbiamo lanciato e supportato attivamente un paio di campagne legate alla comunità di Forest Gate. Durante tutte le partite di Gennaio abbiamo attivato una banca del cibo, per la raccolta di beni per le famiglie in difficoltà. Inoltre abbiamo una campagna che fa da ombrello a varie iniziative (organizzate sia da noi che da altre associazioni del quartiere) per fare informazione e combattere il razzismo. Abbiamo ottimi contatti con varie associazioni e veniamo chiamati spesso a aiutare e dare il nostro supporto su diverse iniziative. Per esempio abbiamo ripulito il parcheggio e il giardino del pub locale –l’Old Spotted Dog Pub- ormai tristemente abbandonato, abbiamo fatto volantinaggio con gruppi che lavorano per evitare la svendita di palazzi di edilizia popolare e l’eventuale sfratto dei suoi abitanti inquilini. Questi problemi –come quello abitativo– esistono, e come gruppo cerchiamo di contribuire come possiamo, anche se preferiremmo che nessuno ne dovesse aver bisogno. Spesso anche parlare dei problema contribuisce alla soluzione, nella misura in cui si porta alla luce una problematica che altrimenti verrebbe ignorata
Chiudiamo con una cazzata, mi promettete di trattarmi bene Luca (Pecorari il nuovo portiere e grande amico di London Footbal NdR)?
Luca è già un nostro idolo e si è fatto voler bene da subito. Pensa che ci sono già almeno due cori solo per lui!
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clicked submit my comment didn’t appear. Grrrr… well I’m not writing all that over again.Anyways, just wanted to say wonderful blog!